Al volgere di questi giorni tronchi
sulla soglia del cielo socchiuso
si dilungano i falsi cinguettii
degli zigoli appostati sulle tegole
a depistare i ponti di ragnatela
distesi tra le mura delle case
e gli alberi spogli nei viali
rigonfiano gli asfalti e i marciapiedi
di voraci radici e ingolfano
l’intero sottosuolo cittadino.
Ora senti strusciare le carte
in cui si involgono i balconi senza piante
nessuno si è fermato a rialzare
le biciclette gettate sul dorso dal vento
per terra come tartarughe rivolte
sulle ali pestate dai passanti
e il nostro cuore di stagno involto
nel nastro isolante resterà muto
come un lucchetto rinchiuso sul vuoto
o sarà un neon acceso di giorno
nel tempo assurdo che passa tra un lampo
e il suo rombo mentre le prime gocce scansano
radenti l’involucro inspento
di un sigaro in cenere nella pioggia.
Mu
Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.
La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.
Così si scrive il vuoto su carta.
sabato 17 gennaio 2009
[Al volgere di questi giorni tronchi]
Postato da Alfio alle 00:07:00
Cartelle: altre dimore, per chi rimangono accese le luci
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2 commenti:
sì, è un "bel - e buon - passaggio".
ti ho scritto una mail, appena prima.
ciao, giampaolo
grazie molte!
una email di più completi ringraziamenti è per strada.
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