Ogni mattina e ogni sera dovremmo continuamente pensare alla morte, sentendoci già morti da sempre; in tal modo, saremo liberi di muoverci in ogni situazione.
Ogni giorno, con il corpo e con la mente rilassati dovreste contemplare mentalmente queste scene: di venire squarciati dalle frecce, dai colpi di fucile, da lance e spade; di venire trascinati dalle onde impetuose o gettati in mezzo a un fuoco divampante; di essere dilaniati dal fulmine e di venire travolti da un tremendo terremoto; di cadere da un precipizio altissimo; di morire di malattia o di fare seppuku («sventramento» n.d.b.) in seguito alla morte del signore. Ogni giorno, senza permettervi la minima trascuratezza o negligenza dovreste considerarvi morti. Un detto degli antichi dice: «Appena esci di casa, annoverati tra i morti; appena dietro al portone, avverti la presenza del nemico». In certi casi, non è questione di attenzione o di cautela. È che, piuttosto, dovreste considerarvi morti già prima del tempo.
(traduzione di Leonardo Vittorio Arena, Rizzoli 2003)
Nessun commento:
Posta un commento