Restava di passaggio la notte
nessuno sentiva come voci
il proprio nome sul vetro un bussare
ripido di noci.
La finestra riteneva sulle mura
il buio dilatarsi delle tende,
io studiavo la lunga
sfilacciatura della gente:
_________________Ciascuno
In Testa
______________________Alla
_______________Propria
_________________________________Distanza.
Mu
Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.
La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.
Così si scrive il vuoto su carta.
martedì 9 febbraio 2010
Restava di passaggio la notte
Postato da Alfio alle 00:53:00
Cartelle: heidelberg, per chi rimangono accese le luci
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2 commenti:
a far a gara con la distanza si è quasi sempre in testa.
grazie per l'altro passaggio, vedrai - riconoscerai - alcuni passaggi...per vicoli non ciechi.
ciao!
g.
Ma grazie a te del ripassaggio.
Per i vicoli temo tornerò a ripasseggiare spesso.
Vedremo se spuntano o se ne spunta qualcosa o se la spunta è di default. Insomma, vedremo chi la spunta.
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