Se lasciassimo un mattino le deserte vie
al paziente lavorio del silenzio
si inerpicherebbero presto fitte ragnatele
concentriche sotto gli archi di pietra
ognuna al tremulo chiarore specchiante
un passaggio socchiuso di questa città.
Ma noi vi passeremmo comunque attraverso
portandoci addosso invisibili
sfaceli di fragilità
che non abbiamo saputo riconoscere.
Mu
Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.
La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.
Così si scrive il vuoto su carta.
sabato 23 agosto 2008
Passaggi
Postato da Alfio alle 01:02:00
Cartelle: heidelberg, per chi rimangono accese le luci
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