Mu


Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.

La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.

Così si scrive il vuoto su carta.

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domenica 8 febbraio 2009

Souvenir dalla Svezia


Mi hanno portato un souvenir dalla Svezia.
Che sia dalla Svezia non si può dubitare
per via di una grossa scritta in inglese “SWEDEN”
pensata per chi, come me, ignora lo svedese.

È proprio uno strano souvenir, questo dalla Svezia.
È difficile descriverlo o spiegare cosa sia.
Che sia di legno lo si immagina,
sotto il denso strato di vernice
giallo canarino-blu elettrico, e del resto
in Svezia il legno di certo non manca.

La forma è quella di una renna
ma si può anche smontare,
questo souvenir dalla Svezia,
di volta in volta vi si può vedere
una procace e sorridente bionda con le trecce
in abiti tradizionali, oppure
il re Carlo Gustavo XVI,
ma è chiara anche l’allusione
al premio Nobel, al Welfare State, al fenomeno
del sole a mezzanotte.

L’ho messo su un ripiano della libreria,
tra un portafotografie e un posacenere
di marmo mai usato.
Spesso il mio sguardo vi si sofferma
mentre cerco un libro, un disco oppure mentre
sono in piedi al telefono, o se c’è un ospite
seduto sul divano che mi spiega
la mistica del golf.

Non so dire se mi piace,
questo strano souvenir dalla Svezia,
ma non penso di metterlo via,
pure se non ricordo più neanche
chi me lo ha dato e quando.

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