Bisogna rivalutare questo orto
recingerlo dove è aperto di rete metallica
azzurra sostituendo i pali fradici
pallidi di vecchiaia con altri
appena scortecciati di un bianco
che si dora all'aria con lentezza
e felicità e saranno le piogge e le nevi
di là da venire ad argentarli
così che di essi non si distingua l'età.
A suo tempo ricordarsi delle sementi
da inviare qui perché si provveda
a rendere fruttifera una terra
che produce soltanto alte ortiche.
e gramigne ruvide e da una pianta folgorata
prugne selvatiche eccessivamente dolci.
Pregio di tale appezzamento misero
l'esposizione a occidente e dunque
sul suo pendio il sole della sera
a lambirci la faccia vecchio cane
da caccia in pista fra cielo e boschi
sublimi per altezza e intrico di rami neri.
(da: Viaggio d'inverno, 1971)
Mu
Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.
La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.
Così si scrive il vuoto su carta.
mercoledì 20 febbraio 2008
Decisioni per un orto (di Attilio Bertolucci)
Postato da Alfio alle 00:01:00
Cartelle: poesie di altri
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1 commento:
Questa poesia, che ho scelto per inaugurare la sezione di poesie di altri, mi pare trovi naturale collocazione nel contesto di questo blog.
La linea antinovecentista italiana offre spesso dei momenti di poesia veramente "vuota", in cui resta solo la spontaneità, l'intenzione pura, a sorprendere la lettura con l'ordinario, con il quotidiano.
In particolare, il lavoro, anzi la sola intenzione del lavoro, avvicina questi versi a quella sensibilità tutta pratica tipicamente zen, tipicamente giapponese.
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