Mu


Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.

La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.

Così si scrive il vuoto su carta.

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martedì 5 febbraio 2008

Per chi rimangono accese le luci



Allora guardavamo alle luci
tenui dei balconi come a spilli
che bucavano il buio mattone
della notte a brevi tratti accennando
un cielo più alto di pastelli.

E scendendo per strada non dava cura
un gradino a venire più scuro degli altri:
accettavamo con cuore di foglia
la possibilità di venire incontrati.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

(es)senza parole.

Alfio ha detto...

Ho spostato il disegno dal post originario per metterlo dove avevo sempre voluto metterlo, cioè qui.

Il disegno è di Katalin Szabò.
Una per cui vale la pena lasciare accese le luci.

 

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