Allora guardavamo alle luci
tenui dei balconi come a spilli
che bucavano il buio mattone
della notte a brevi tratti accennando
un cielo più alto di pastelli.
E scendendo per strada non dava cura
un gradino a venire più scuro degli altri:
accettavamo con cuore di foglia
la possibilità di venire incontrati.
Mu
Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.
La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.
Così si scrive il vuoto su carta.
martedì 5 febbraio 2008
Per chi rimangono accese le luci
Postato da Alfio alle 14:56:00
Cartelle: ...e immagini, heidelberg, per chi rimangono accese le luci
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2 commenti:
(es)senza parole.
Ho spostato il disegno dal post originario per metterlo dove avevo sempre voluto metterlo, cioè qui.
Il disegno è di Katalin Szabò.
Una per cui vale la pena lasciare accese le luci.
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