Mu


Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.

La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.

Così si scrive il vuoto su carta.

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lunedì 28 aprile 2008

Haiku per un bambino appena nato [II]


Quasi l'alba
da un'ora spio
il sonno del mio bambino.

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lunedì 21 aprile 2008

Primavera [II]


Notte di aprile:
ci tiene svegli la raucedine
di un gatto in amore.

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venerdì 18 aprile 2008

Bonus tracks da Per chi rimangono accese le luci


In questi giorni sto postando alcune poesie che ho inserito in una cartella «Per chi rimangono accese le luci – bonus tracks». Si tratta di poesie che, o perché non erano ancora complete, o perché non c’era più spazio, sono rimaste fuori dall’indice del libro uscito a dicembre. Tuttavia avrebbero ben potuto rientrare nel progetto del libro, e per questo le considero una sorta di bonus tracks inedite, che qui nel blog potete leggere per la prima volta. In realtà, la sezione più interessata da questi nuovi componimenti è altre dimore, che nel libro consta di tre soli pezzi, e che evidentemente è una sezione ancora «aperta». Vi è infatti persino qualche pezzo scritto e concepito solo di recente, a cui ho lavorato proprio in questi giorni (è il caso dell’ultima poesia postata, un’altra la posterò a breve) e che continua a scrivere la storia del mio nomadismo e il mio poema d'amore per la città, l’unica cellula di aggregazione sociale che io sembri riconoscere.

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martedì 15 aprile 2008

Note all'affitto di una casa a Vienna


Soffitta abitabile, quarto piano
40 metri quadri, due stanze
con bagno, cucina e ingresso.

Le due stanze, pitturate di bianco
e arancio in buono stato, sono pressappoco
di uguale grandezza. Sufficiente
per un letto matrimoniale, la culla
del bambino, un armadio, un comodino.

Nell’altra una scrivania o un tavolo
con qualche sedia e poi un divano,
meglio se col letto dentro, per gli ospiti
venuti da lontano o trattenutisi
più tardi dell’ultimo bus verso casa.

Ci si potrebbe mettere anche
un impianto stereo con delle casse
in legno e un mobiletto per vinili e cd.
Non ammobiliata, dunque, forse resta
un letto a una piazza e mezzo e un tavolino
per la televisione. Non la lavatrice.

Le finestre, orientate verso nord,
danno tutte sul cortile interno
non grande davvero, ma silenzioso:
ne entra bene la luce e l’ombra
di un vecchio faggio caduco.

Quelle di una stanza e della cucina
si aprono sul tetto spiovente,
non di molto in verità, pure la neve
vi scende dolce in inverno.

Quella dell’altra stanza è invece priva
di gelosia e la vestirebbe bene una tenda
blu da chiudere anche di giorno
a volte senza accendere la luce.

Il bagno e il WC – separato –
hanno un piccolo ventilatore
e mattonelle bianche e blu sui muri
e miscelatori ai rubinetti
che abbreviano l’attesa per la doccia
quando si è già svestiti.

La cucina ha i fornelli elettrici
con cui bisogna sapersi regolare
per i tempi di cottura, e poco spazio
per accumulare piatti sporchi.

Della casa fanno parte inoltre
uno scantinato piccolo e un po’ umido,
non buono per i libri, meglio forse
per i vestiti fuori stagione,
e un posto per la bici nel cortile
lì accanto al muretto di confine.

Per salire c’è una vecchia scala a chiocciola
oppure l’ascensore dell’edificio accanto
(se ne ricevono le chiavi). Gli ospiti, comunque,
possono anche farne a meno.

L’affitto comprende il riscaldamento
a gas e l’acqua calda. Resta solo la luce
in Dietrichsteingasse 7, interno 18, IX Bezirk
vicino c’è il Liechtensteinpark
e le boutique un po’ appariscenti
della Porzellangasse.

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mercoledì 9 aprile 2008

a mio padre in giardino


Entrando in punta di piedi in giardino
subito la terra ti calzava e ti seguiva
poi fino in casa. Sapevamo noi
che non c’era più verso di metterla via.

Agli alberi sollevavi un lembo della gonna
per lasciarvi passare un rigagnolo
poi ti incollavi alla resina del ciliegio
a sfogliare un vecchio accendino
preso a riparo dal vento.

Le chiavi lise che stringevi da sempre
non erano più per chiudere o per aprire
però sapevano i solchi delle tue mani
mentre col terzo dito spollinavi
la curva intatta di un’altra sigaretta.

Alle promesse di azioni e parole
concedevi uno dei tuoi Non ne vale la pena
e forse proprio questa
tua a lungo odiata lezione
dovrò sostenere domani
impostore davanti la folla ingenua degli sbagli
quando i frutti marciranno per terra
non lontano dai rami
e i millepiedi resteranno arrotolati
su se stessi, immoti,
sotto i vasi pesanti delle felci.

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venerdì 4 aprile 2008

Primavera [I]



Primavera.
Tempo di calibrare
fiori di ciliegio.







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