Mu


Due sopracciglia in disordine
una piccola cicatrice d'infanzia.

La linea dell'orizzonte sulla sabbia
e quattro gocce di tè verde.

Così si scrive il vuoto su carta.

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domenica 6 dicembre 2009

La settimana del ciclista zen: Domenica


Ormai passa di qui ogni giorno
le mani incrociate sulla nuca
procede una spirale sulla strada
ancora qui
_________su e_______ su e_____ su e_____ su e______su e
____________giù e______ giù e______ giù e_______giù e
________su e____ giù su e____ giù su e___ giù su e_____giù
______su____ giù__ su___ giù_ _su_ __giù_ _su____ giù
_________e giù______e giù_______ e giù______e giù e

_______________________________________sempre avanti.


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giovedì 12 novembre 2009

Io e mia madre (di Shinkichi Takahashi)





Mentre le barche attendono nel porto
il tramonto matura
la foresta di Hakone.
Gli uomini cadono come gocce di pioggia.

Io sto appollaiato
su una sedia, apro l'ombrello.
Esplosione di nuvole. Sorridendo, mia madre
si alza a sedere nella sua bara. Secoli fa.

Domani Colombo raggiungerà
(sbaglio?)
il Venezuela, questa mano
sarà usata per abbracciare o uccidere - basta
un nulla.
Sotto la vela bianca, l'universo.


(traduzione dall'inglese di Adriana Ziffer Gallo, Newton Compton 2008)

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mercoledì 28 ottobre 2009

Fuori stagione [VIII]





La lava del monte
travolge tutto ciò che ha pensato:
Resisterò.

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sabato 10 ottobre 2009

La settimana del ciclista zen: Sabato




Oggi non sembrava correre ma
scorrere tra le sponde dei marciapiedi
saltando o facendo saltare
gli specchietti diritti delle auto
comunque senza sfiorarli.
Schiaffeggiava ondulante
i venti parabrezza in sottovuoto

Destra:_____________Sciaff:
Sciaff!_____________Sinistra!

Con una pagaia di bambù.

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martedì 22 settembre 2009

Autunno [IV]



Sorsi di caffè
il posacenere si riempie
di foglie secche.

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martedì 1 settembre 2009

Estate [VII]





Trecento metri più su
il bosco ha spento il fischio
della città.

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venerdì 14 agosto 2009

Haiku per un bambino appena nato [XI]


Nell’acqua della vasca
insieme fanno il bagno
il pinguino e il tirannosauro.

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mercoledì 5 agosto 2009

Estate [VI]


Senza cadere,
la goccia sotto il rubinetto
disseta la vespa.

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venerdì 24 luglio 2009

La settimana del ciclista zen: Venerdì





Oggi non c’era.
C’era però la sua bici
per quante catene l’attaccassero a un palo
l’ho vista tagliare l’intasatissimo svincolo di via Gordio.
Per i mezzi privi di conducente
il semaforo era ancora rosso.

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giovedì 9 luglio 2009

La settimana del ciclista zen: Giovedì


Oggi pedalava su di un filo
con un asta stretta perpendicolare
in mezzo a denti di maiolica.
È rimasta una fitta ragnatela
tra un palazzo e l’altro
buona per la biancheria.

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lunedì 29 giugno 2009

Problemi con il player del blog


Come potete accorgervi facilmente, da qualche giorno il player del blog vaga da un pezzo all'altro della playlist di apocrifia zen senza trovare alcuna traccia. C'è infatti qualche problema sul sito di hosting dove ho uploadato i file; dicono che stanno lavorando al problema, e anche se lo dicono già da diversi giorni per ora avremo ancora un po' di pazienza, visto che non ho molto tempo per cercare un nuovo sito di hosting e riuploadare (che scherzi l'italiano di oggi...) i file. Speriamo si risolva tutto al più presto.


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giovedì 25 giugno 2009

Estate [V]


Pioggia estiva
al setaccio dei rami
nel bosco di castagni.

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mercoledì 17 giugno 2009

La settimana del ciclista zen: Mercoledì




Oggi doveva essere di fretta,
sedeva sul sellino
in posizione del loto
a testa in giù pedalando
di braccia.

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martedì 9 giugno 2009

La settimana del ciclista zen: Martedì




L’ho rivisto ancora.
Fischiettava dal cinto in su
la mudra nascosta sotto la giacca
ma tutti lo avevano visto
«collina che pedala ad occhi chiusi
svettando».

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lunedì 1 giugno 2009

La settimana del ciclista zen: Lunedì





L’ho visto ritto sulle mani in tasca
sembrava pronto a trarne fuori:
una tazza di tè verde
un fiore bagnato di loto
una mano sola e il dito in su.
Correva liscio dentro
le intercapedini delle automobili
bloccate in via della Libertà.

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venerdì 15 maggio 2009

Primavera [VII]


Agonia d’ape:
file di formiche
prima di sera.

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lunedì 4 maggio 2009

Hagakure 1, 2 e 11, 133 (di Yamamoto Tsunetomo)



Ogni mattina e ogni sera dovremmo continuamente pensare alla morte, sentendoci già morti da sempre; in tal modo, saremo liberi di muoverci in ogni situazione.
Ogni giorno, con il corpo e con la mente rilassati dovreste contemplare mentalmente queste scene: di venire squarciati dalle frecce, dai colpi di fucile, da lance e spade; di venire trascinati dalle onde impetuose o gettati in mezzo a un fuoco divampante; di essere dilaniati dal fulmine e di venire travolti da un tremendo terremoto; di cadere da un precipizio altissimo; di morire di malattia o di fare seppuku («sventramento» n.d.b.) in seguito alla morte del signore. Ogni giorno, senza permettervi la minima trascuratezza o negligenza dovreste considerarvi morti. Un detto degli antichi dice: «Appena esci di casa, annoverati tra i morti; appena dietro al portone, avverti la presenza del nemico». In certi casi, non è questione di attenzione o di cautela. È che, piuttosto, dovreste considerarvi morti già prima del tempo.



(traduzione di Leonardo Vittorio Arena, Rizzoli 2003)

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sabato 25 aprile 2009

Primavera [VI]


Vento di aprile:
i vestiti si ricoprono
di polline finissimo.

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venerdì 17 aprile 2009

Koan apocrifi: Caso XIII


Un monaco domandò a Ma-tsu: – L’ignorante e il Buddha sono uguali. Cosa vuol dire ciò?
Ma-tsu rispose: – Entrambi sanno di non esserlo.


Poesia


Quando il Buddha aprì la porta del Dharma
nessuno degli esseri viventi si accorse di nulla.
Solo qualche tempo dopo qualcuno si chiese
perché non l’avesse lasciata così com’era.

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mercoledì 8 aprile 2009

Fuori stagione [VII]


All’incrocio con Alserstrasse
il tram per la stazione ha scintillato
due volte.

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martedì 31 marzo 2009

Primavera [V]


Neve nell’ultimo giorno di marzo
insieme si sciolgono
i primi germogli.

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martedì 24 marzo 2009

Katalin Szabó: Disegni per apocrifia zen



Gradita sorpresa per gli occhi, da oggi trovate sulla side-bar una slideshow dei disegni che Katalin Szabó ha realizzato per il progetto «apocrifia zen».
L'artista ungherese, che ha già disegnato la copertina della mia prima raccolta e altri disegni che ho di tanto in tanto postato sul blog, ha infatti deciso di unirsi al progetto, agggiungendo i suoi lavori alla musica di Giuseppe Rizzo, già da qualche tempo inserita sul player del blog, e ai miei testi, arricchendo così il carattere multimediale dell'opera.
Si tratta di disegni a china, a volte molto vicini ai testi a volte meno, ma sempre legati da un filo comune, riflesso di un'intesa che ci lega tutti e tre, e che ci permette di trarre idee e stimoli ognuno dal lavoro dell'altro.

P.S.: Per godere al meglio dei disegni (purtroppo in risoluzione non eccezionale) consiglio di impostarne la visione a tutto schermo (opzione in basso a destra)!


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giovedì 19 marzo 2009

Haiku per un bambino appena nato [X]


Dentro l’oblò
a mille gira una centrifuga
di giocattoli.

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lunedì 9 marzo 2009

Per bere del tè





Per bere del tè
posate sui calcagni incrociati
le mani raccolte come ali
di gabbiano che non vola.

Due narici di bambù soffiano
sulla tazza il cerchio regolare
di un cucchiaino tintinnante.

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sabato 28 febbraio 2009

Sui koan apocrifi


In questi giorni, rileggendo i koan apocrifi, mi sono accorto di quanto sia importante il dialogo invisibile che si instaura tra le due parti del koan, il caso vero e proprio e la poesia seguente, in quanto esse si parlano da posizioni e momenti diversi rispetto all'esperienza decisiva dell'illuminazione. La prima fa infatti principalmente suo il punto di vista dell'allievo che è ancora alla ricerca, che pone le domande al maestro, e ancora non afferra l'inafferrabile, trovandosi al di qua dell'illuminazione; la seconda, invece, riflette il punto di vista del monaco che ha compilato la raccolta dei koan e che, dopo anni di intenso lavoro interiore, si trova ora al di là di essa. Così, come fossero essi stessi un allievo e il suo maestro, o, ancora meglio, come fosse lo stesso monaco a rivolgersi al sè stesso del passato, il caso e la poesia si mettono in comunicazione diretta, attraverso quel bianco di pagina che li separa. Cosa si dicono? Nulla naturalmente: il messaggio è vuoto. A contare è il contatto, l'essenza stessa della comunicazione.


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domenica 22 febbraio 2009

Koan apocrifi: Caso XII


Due monaci nel loro cammino si trovarono davanti un fiume. Poiché uno esitava, l'altro disse: - Avanti! È la stessa acqua di ieri!


Poesia


Un monaco si ferma prima del fiume
e la corrente lo trascina fino a valle.
L'altro si immerge fino al sopracciglio
bagnandosi una volta soltanto.
Davanti a una tazza di tè,
io non sono lo stesso di ieri.


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domenica 15 febbraio 2009

Fuori stagione [VI]


Mattino di studio.
Sulla pagina un ciglio?
No, è matita!

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domenica 8 febbraio 2009

Souvenir dalla Svezia


Mi hanno portato un souvenir dalla Svezia.
Che sia dalla Svezia non si può dubitare
per via di una grossa scritta in inglese “SWEDEN”
pensata per chi, come me, ignora lo svedese.

È proprio uno strano souvenir, questo dalla Svezia.
È difficile descriverlo o spiegare cosa sia.
Che sia di legno lo si immagina,
sotto il denso strato di vernice
giallo canarino-blu elettrico, e del resto
in Svezia il legno di certo non manca.

La forma è quella di una renna
ma si può anche smontare,
questo souvenir dalla Svezia,
di volta in volta vi si può vedere
una procace e sorridente bionda con le trecce
in abiti tradizionali, oppure
il re Carlo Gustavo XVI,
ma è chiara anche l’allusione
al premio Nobel, al Welfare State, al fenomeno
del sole a mezzanotte.

L’ho messo su un ripiano della libreria,
tra un portafotografie e un posacenere
di marmo mai usato.
Spesso il mio sguardo vi si sofferma
mentre cerco un libro, un disco oppure mentre
sono in piedi al telefono, o se c’è un ospite
seduto sul divano che mi spiega
la mistica del golf.

Non so dire se mi piace,
questo strano souvenir dalla Svezia,
ma non penso di metterlo via,
pure se non ricordo più neanche
chi me lo ha dato e quando.

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domenica 1 febbraio 2009

Inverno [VII]


Inverno sui monti.
Nel suo rifugio l’orso sogna
i boschi innevati.

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sabato 24 gennaio 2009

Haiku per un bambino appena nato [IX]


In braccio alla madre
il bambino osserva per strada
il passeggino vuoto.

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sabato 17 gennaio 2009

[Al volgere di questi giorni tronchi]


Al volgere di questi giorni tronchi
sulla soglia del cielo socchiuso
si dilungano i falsi cinguettii
degli zigoli appostati sulle tegole
a depistare i ponti di ragnatela
distesi tra le mura delle case
e gli alberi spogli nei viali
rigonfiano gli asfalti e i marciapiedi
di voraci radici e ingolfano
l’intero sottosuolo cittadino.

Ora senti strusciare le carte
in cui si involgono i balconi senza piante
nessuno si è fermato a rialzare
le biciclette gettate sul dorso dal vento
per terra come tartarughe rivolte
sulle ali pestate dai passanti
e il nostro cuore di stagno involto
nel nastro isolante resterà muto
come un lucchetto rinchiuso sul vuoto
o sarà un neon acceso di giorno
nel tempo assurdo che passa tra un lampo
e il suo rombo mentre le prime gocce scansano
radenti l’involucro inspento
di un sigaro in cenere nella pioggia.

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martedì 6 gennaio 2009

Un anno di vuoto: Water walk di John Cage


Ieri il blog ha compiuto un anno di assenza nella rete. Per dimenticare questo piccolo evento ecco qui il primo video di vuoto su carta, il primo "video su carta". Si tratta della performance di Water Walk eseguita, naturalmente live, da parte di John Cage nel programma "I've got a secret" della CBS nel gennaio 1960. Una perla meravigliosa e divertente, dal sorriso doppio, come quello che non abbandona mai il viso di Cage.

Per chi non sapesse chi è John Cage, e a maggior ragione per chi lo sapesse, è d'obbligo un invito alla sua pagina su uncyclopedia, purtroppo soltanto in inglese.
Ah, e non dimenticate di mettere in pausa il player in alto a destra.







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giovedì 1 gennaio 2009

Koan apocrifi: Caso IX


Un monaco chiese a Chao-chou: - Cos'è il Buddha?
Chao-chou rispose: - È un ciuccio per bambini.


Poesia


Come certi bambini
accettiamo subito l'inganno del senso.
Sputarlo da soli non è difficile:
solo noi possiamo rassegnarci
a una bocca libera.

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